in un posto circa su corso vittorio che si chiama backstage mettono a parete delle foto del d'ambrosio e del quartulli giovedi' 14 sera. in questo posto la tessera annuale costa cinque euro ma non facciamoci fregare: facciamo che vi chiamo io se c'e' da mangiare e bere per piu' di cosi'... :-)
hanno chiamato questa cosa movimenti/scatti:
cosi' tanto intensamente bella - come ti chiami veramente ancora non lo so. non come dicono i tedeschi weltstadt una citta'-mondo, ma invece un arcipelago di acqua che scorre nascosta e si sparge in terra dai nasoni. pietre e cocci, ruggine e legni tenuti insieme dall'unto di vite umane: miniera, campo dei miracoli, montagna russa e immondezzaio. il centro del tuo centro da sempre e' un buco nero e profondo, un cantiere sventrato e una palude, un fuori/fori pure dai sette villaggi sui colli originali.
a strati acquasantiera, portacenere e adesso parcheggio infinito di automobili.
per questo non ci stai bene in un mondo di immagini che si bestemmiano documento/verita', superfici che tagliano via il centro dalla vita, la distanza fra l'essenza segreta delle cose e il fantasma che passa per l'obiettivo o per l'uomo-al-centro.
nel mio gioco tempo e spazio sono costretti a stare vicini perche' sia possibile avvicinare l'immagine con la cosa immaginata - e' qui intorno o al massimo nella strada qui fuori, provare per credere e buona fortuna.
dammi tre ore, un percorso a piedi chiuso su se' stesso che io rigioco di nuovo - anche se melania non vuole! e mi ci bevo pure una sambuca - a metterti il naso fra i sanpietrini e sui graffiti e i muri: strati su strati di incrostazioni in una forma strana di centro del mondo.
lunedì 11 giugno 2007
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